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Autore Il Codice DaVinci
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 25-05-2006 23:25  
quote:
In data 2006-05-25 21:11, BENAFFLECK scrive:
e dimmi dove è spiegato allora!


GRAZIE



ma tutto quello che abbiamo detto in 10 pagine non ti basta?a questo punto meglio vedere il film , perdi meno tempo...

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karmapaolo

Reg.: 14 Mar 2005
Messaggi: 1607
Da: Rovato (BS)
Inviato: 25-05-2006 23:53  
quote:
In data 2006-05-25 15:09, Madleine scrive:
quote:
In data 2006-05-25 10:50, karmapaolo scrive:
Purtroppo il film l'ho visto in giapponese sottotitolato e quindi...




fantastico!



dipende... non parlo molto bene il giapponese...
_________________
there is not way to happiness
happiness is the way

Paolo

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 26-05-2006 00:36  
il film fa fuori l'unica componente interessante del libro: la cinematograficità dell'impianto narrativo
_________________
"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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Sandrino

Reg.: 17 Mag 2004
Messaggi: 612
Da: Gavi (AL)
Inviato: 26-05-2006 11:21  
quote:
In data 2006-05-23 13:40, Lollina scrive:
Comunque sintetizzando l'unica parte interessante del film è la spiegazione di tutta la simbologia dell'Ultima Cena di Da Vinci.




QUELLA PARTE è PIACIUTA MOLTO ANCHE A ME.
_________________
Jules:<<Per caso quando sei arrivato qui hai letto "Deposito di negri morti"?>>

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pensolo

Reg.: 11 Gen 2004
Messaggi: 14685
Da: Genova (GE)
Inviato: 26-05-2006 13:22  
quote:
In data 2006-05-26 00:36, Petrus scrive:
il film fa fuori l'unica componente interessante del libro: la cinematograficità dell'impianto narrativo




Hai detto niente....
_________________
Bart,voglio condividere con te le tre massime indispensabili per andare avanti nella vita.N°1:"Mi raccomando coprimi" N°2: "Miticooo!Ottima idea capo" N°3:"Era già così quando sono arrivato io"

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Madleine

Reg.: 02 Ago 2005
Messaggi: 323
Da: trento (TN)
Inviato: 26-05-2006 18:43  
quote:
In data 2006-05-25 23:53, karmapaolo scrive:
quote:
In data 2006-05-25 15:09, Madleine scrive:
quote:
In data 2006-05-25 10:50, karmapaolo scrive:
Purtroppo il film l'ho visto in giapponese sottotitolato e quindi...




fantastico!



dipende... non parlo molto bene il giapponese...




appunto
_________________
I soldi sono l'apostrofo verde tra le parole put'tana

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karmapaolo

Reg.: 14 Mar 2005
Messaggi: 1607
Da: Rovato (BS)
Inviato: 26-05-2006 19:02  
quote:
In data 2006-05-26 18:43, Madleine scrive:
quote:
In data 2006-05-25 23:53, karmapaolo scrive:
quote:
In data 2006-05-25 15:09, Madleine scrive:
quote:
In data 2006-05-25 10:50, karmapaolo scrive:
Purtroppo il film l'ho visto in giapponese sottotitolato e quindi...




fantastico!



dipende... non parlo molto bene il giapponese...




appunto




comunque credo che i doppiatori facciano una fatica della madonna a tradurlo in questa lingua...
_________________
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happiness is the way

Paolo

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penny78

Reg.: 14 Mar 2006
Messaggi: 48
Da: palermo (PA)
Inviato: 26-05-2006 20:39  
Al di là di ogni pompa magna mediatica, al di là delle critiche piovutegli addosso da una parte del clero cattolico quanto dalla critica cinematografica, al di là del romanzo stesso, Il Codice da Vinci è infine nelle sale, e si presenta al pubblico quasi come un qualsiasi film. La pellicola ha dovuto sì scontrarsi con la zavorra di un intreccio complicato e verboso, ancorché affascinante, e deve ancora fare i conti col rischio di venir boicottata più che aiutata dalle polemiche già sorte intorno al best-seller, ma alla fine il film è uscito ed è tutto sommato una passabile visione per chi voglia sottrarsi ai primi calori della bella stagione.

Ciò detto, come accennato, il soggetto rimane complicato e carico di elementi che avvalorano paragoni poco convenienti per il film stesso, in primis il cinema di Hitchcock: come in Vertigo (1958) il protagonista ha un punto debole che rinvia ad un suo trauma infantile, qui è la claustrofobia, e come in moltissime opere hitchcockiane deve fuggire sia dalla polizia che lo ritiene colpevole di un delitto sia dal vero assassino. Questi, visibile fin dalla prima sequenza è un monaco con tendenze autolesioniste anch’egli vittima di un passato traumatico, tratto che accomuna tutti i protagonisti della vicenda, compresa quella femminile.

Non mancano poi altri possibili riferimenti cinematografici, altrettanti ingredienti di quella che sembra proprio essere una sapiente ricetta per il successo: da un lato il filone fantastorico de Il Nome della Rosa (1986) e della saga di Indiana Jones, miscelato con la diffusa passione per l’enigmistica di tanti recenti serial killer da grande schermo; dall’altro il revival delle pellicole d’argomento religioso di vario genere, da The Passion (2004) a Le crociate (2005) a Mary (2005) di Abel Ferrara. Inoltre, per rinvigorire lo spettacolo, Ron Howard ha pensato bene di cavarsela con qualche flashback in costume, che, soprattutto quando in un caso questo si sovrappone visivamente alle immagini della Londra di oggi, resta l’unica idea interessante di una regia altrimenti poco appariscente, tanto per non rischiare di far perdere allo spettatore il filo dell’intreccio.

L’unica altra vera soddisfazione data dalla visione della pellicola è l’interpretazione di Sir Ian McKellen, che oscura la scialba coppia di protagonisti e i loro colleghi francesi che parlano italiano (o inglese) con l’accento, cosa che rimanda inevitabilmente al personaggio del commissario Clouseau. Rimane comunque apprezzabile e preferibile alla smania italiana del doppiaggio a tutti i costi il fatto che il francese sia parlato non poco da alcuni personaggi, sottotitolati, mentre altri preferiscono il latino forse per rendersi incomprensibili agli ipotetici intercettatori delle loro conversazione telefoniche.

Per quanto infine riguarda il contenuto del film non ci sembra francamente il caso di aggiungere molto. La pellicola rinuncia ad alcune scene che nel libro descrivevano il coinvolgimento del Vaticano nelle male azioni qui chiaramente affidate a un manipolo di vescovi visionari che giocano a biliardo e viaggiano col jet privato. Che la fonte del potere di Dio, della chiesa, sulla terra stia tutta in una grossa favola è poi cosa su cui molti credenti possono dirsi d’accordo, e non vi è davvero nulla di nuovo nelle varie fonti e leggende che Dan Brown ha furbescamente raccolto.

Il messaggio che il film tiene a comunicare è principalmente quello che indagare il proprio passato e la propria storia è assai divertente e talvolta pericoloso. Ben venga, se ne nascerà un nuova generazione di storici appassionati, anche se c’è più il rischio che ne esca fuori un’altra di mediocri romanzieri. La parte più interessante della vicenda resta quindi l’opera del nostro Leonardo, intravista in una serie di quadri che le cronache ci dicono essere degli ottimi falsi. Per riattraversare più in profondità il museo francese che ospita alcuni dei suoi maggiori capolavori, consigliamo però Une visite au Louvre (2005) della coppia Straub-Huillet: tutto un’altra arte e un altro cinema.
ECCO UNA SPIEGAZIONE, SPERO, ESAUSTIVA!

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 27-05-2006 00:37  
quote:
In data 2006-05-26 13:22, pensolo scrive:
quote:
In data 2006-05-26 00:36, Petrus scrive:
il film fa fuori l'unica componente interessante del libro: la cinematograficità dell'impianto narrativo




Hai detto niente....




no
ho detto proprio tutto
_________________
"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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Orsetta

Reg.: 08 Gen 2005
Messaggi: 540
Da: Firenze (FI)
Inviato: 27-05-2006 02:34  
l'ho visto ier sera e son rimasta interdetta
(pur avendo letto quasi tutto il libro, alcune cose nn l'ho proprio comprese )
senz' altro ho visto d peggio, ma me l'aspettavo più emozionante e meglio sviluppato. invece in certi punti tirato via, piatto, confuso, mah...
Tom Hanks inoltre sembrava ke stesse per addormentarsi da un momento all'altro ( s vedeva ke era lì solo per i quattrini, però diamine, impegnati d più)
Audrey tautou invece nn era malvagia, insieme a quello ke faceva silas...

_________________
Trascende ogni mio controllo.

Io non ho più illusioni: le ho perse tutte peregrinando.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Orsetta il 27-05-2006 alle 02:37 ]

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 28-05-2006 00:10  
ammazza che idiota!son l'unico in 11 pagine a cui il film è piaciuto,e neppure poco,come film di intrattenimento.sarà che non ho letto il libro.
ciao!

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8ghtBall

Reg.: 04 Feb 2004
Messaggi: 6807
Da: Cesena (FO)
Inviato: 28-05-2006 02:31  
ma il libro non l'ho letto nemmeno io
_________________
Altri spazi di cinema:
CineOcchio Forum
CineOcchio MagAzine Info e News

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Janet13
ex "vinegar"


Reg.: 23 Ott 2005
Messaggi: 15804
Da: Cagliari (CA)
Inviato: 28-05-2006 10:10  
quote:
In data 2006-05-26 11:21, Sandrino scrive:
quote:
In data 2006-05-23 13:40, Lollina scrive:
Comunque sintetizzando l'unica parte interessante del film è la spiegazione di tutta la simbologia dell'Ultima Cena di Da Vinci.




QUELLA PARTE è PIACIUTA MOLTO ANCHE A ME.



ma se ha sintetizzato quasi tutta la spiegazione del libro!?!? poi le parti illuminate per evidenziare gli aspetti che descriveva? troppo Ron Howard/A Beautiful Mind

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Logan71

Reg.: 16 Ott 2005
Messaggi: 3331
Da: TERRACINA (LT)
Inviato: 28-05-2006 14:27  
quote:
In data 2006-05-26 20:39, penny78 scrive:
Al di là di ogni pompa magna mediatica, al di là delle critiche piovutegli addosso da una parte del clero cattolico quanto dalla critica cinematografica, al di là del romanzo stesso, Il Codice da Vinci è infine nelle sale, e si presenta al pubblico quasi come un qualsiasi film. La pellicola ha dovuto sì scontrarsi con la zavorra di un intreccio complicato e verboso, ancorché affascinante, e deve ancora fare i conti col rischio di venir boicottata più che aiutata dalle polemiche già sorte intorno al best-seller, ma alla fine il film è uscito ed è tutto sommato una passabile visione per chi voglia sottrarsi ai primi calori della bella stagione.

Ciò detto, come accennato, il soggetto rimane complicato e carico di elementi che avvalorano paragoni poco convenienti per il film stesso, in primis il cinema di Hitchcock: come in Vertigo (1958) il protagonista ha un punto debole che rinvia ad un suo trauma infantile, qui è la claustrofobia, e come in moltissime opere hitchcockiane deve fuggire sia dalla polizia che lo ritiene colpevole di un delitto sia dal vero assassino. Questi, visibile fin dalla prima sequenza è un monaco con tendenze autolesioniste anch’egli vittima di un passato traumatico, tratto che accomuna tutti i protagonisti della vicenda, compresa quella femminile.

Non mancano poi altri possibili riferimenti cinematografici, altrettanti ingredienti di quella che sembra proprio essere una sapiente ricetta per il successo: da un lato il filone fantastorico de Il Nome della Rosa (1986) e della saga di Indiana Jones, miscelato con la diffusa passione per l’enigmistica di tanti recenti serial killer da grande schermo; dall’altro il revival delle pellicole d’argomento religioso di vario genere, da The Passion (2004) a Le crociate (2005) a Mary (2005) di Abel Ferrara. Inoltre, per rinvigorire lo spettacolo, Ron Howard ha pensato bene di cavarsela con qualche flashback in costume, che, soprattutto quando in un caso questo si sovrappone visivamente alle immagini della Londra di oggi, resta l’unica idea interessante di una regia altrimenti poco appariscente, tanto per non rischiare di far perdere allo spettatore il filo dell’intreccio.

L’unica altra vera soddisfazione data dalla visione della pellicola è l’interpretazione di Sir Ian McKellen, che oscura la scialba coppia di protagonisti e i loro colleghi francesi che parlano italiano (o inglese) con l’accento, cosa che rimanda inevitabilmente al personaggio del commissario Clouseau. Rimane comunque apprezzabile e preferibile alla smania italiana del doppiaggio a tutti i costi il fatto che il francese sia parlato non poco da alcuni personaggi, sottotitolati, mentre altri preferiscono il latino forse per rendersi incomprensibili agli ipotetici intercettatori delle loro conversazione telefoniche.

Per quanto infine riguarda il contenuto del film non ci sembra francamente il caso di aggiungere molto. La pellicola rinuncia ad alcune scene che nel libro descrivevano il coinvolgimento del Vaticano nelle male azioni qui chiaramente affidate a un manipolo di vescovi visionari che giocano a biliardo e viaggiano col jet privato. Che la fonte del potere di Dio, della chiesa, sulla terra stia tutta in una grossa favola è poi cosa su cui molti credenti possono dirsi d’accordo, e non vi è davvero nulla di nuovo nelle varie fonti e leggende che Dan Brown ha furbescamente raccolto.

Il messaggio che il film tiene a comunicare è principalmente quello che indagare il proprio passato e la propria storia è assai divertente e talvolta pericoloso. Ben venga, se ne nascerà un nuova generazione di storici appassionati, anche se c’è più il rischio che ne esca fuori un’altra di mediocri romanzieri. La parte più interessante della vicenda resta quindi l’opera del nostro Leonardo, intravista in una serie di quadri che le cronache ci dicono essere degli ottimi falsi. Per riattraversare più in profondità il museo francese che ospita alcuni dei suoi maggiori capolavori, consigliamo però Une visite au Louvre (2005) della coppia Straub-Huillet: tutto un’altra arte e un altro cinema.
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...non fa una piega...brava e quoto tutto.
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Sono il migliore in quello che faccio...ma quello che faccio a volte non è sempre piacevole...Snikt!
Né l’Uomo Ragno né Rocky, né Rambo ne affini farebbero ciò che faccio per i miei bambini, SONO UN EROE!
Io li odio i Nazisti dell'Illinois!

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Lizzie

Reg.: 08 Feb 2006
Messaggi: 19
Da: Brescia (BS)
Inviato: 28-05-2006 18:33  
quote:
In data 2006-05-28 00:10, badlands scrive:
ammazza che idiota!son l'unico in 11 pagine a cui il film è piaciuto,e neppure poco,come film di intrattenimento.sarà che non ho letto il libro.
ciao!


anche a me è piaciuto... ok non sarà proprio un capolavoro, ma come film secondo me non si merita tutte queste critiche! ciao

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L'esperienza non ha nessun valore etico, è solo il nome che gli uomini danno ai propri errori. (Oscar Wilde)

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